Eccoci qui, noi siamo Annalisa, Alberto, Paolo e babbo Simone. Siamo una famiglia italianissima, con mamma Annalisa bolognese doc, babbo Simone toscano, e due bimbi, Alberto di tre anni e mezzo e Paolo di appena sette mesi.
La voglia di bilinguismo è nata in realtà prima di concepire i figli da me, in quanto ho sempre avuto la passione per le lingue straniere trasmessami da mia mamma e in seguito a varie esperienze all’estero.
Premetto che ho fatto studi linguistici e ho vissuto all’estero dai 19 anni ai 25 praticamente tra Regno Unito, Spagna e Germania. Ho fatto tutti gli studi universitari all’estero, con base a Edimburgo ed Erasmus ad Alicante e Dresden, e, specialmente nell’ultimo anno di università, mi sono letta alcuni libri sul bilinguismo nelle famiglie e fantasticavo già dell’idea di voler crescere I miei figli bilingui.
Poi, tornata in Italia per varie ragioni, ciò non ha aiutato tanto, in quanto, come ben sapete, le lingue sono insegnate male, tutto è doppiato in italiano e la nostra cultura non è tanto propensa verso le lingue, ma ho pensato che era una ragione in più per cercare di dare il mio piccolo contributo e fare un “regalo” speciale a mio figlio.
Da quando è nato Alberto mi sono imposta di utilizzare il metodo OPOL con lui. Diciamo che il primo annetto e mezzo è andata bene perché ero spesso a casa io da sola con lui, e quindi ciò aiutava a parlare solo una lingua, mentre da un annetto a questa parte anche mia madre è in pensione e quindi a casa con noi, per cui tendiamo a parlare di più in italiano che inglese, ma non demordo.
Per scelta non abbiamo ancora fatto vedere la televisione ad Alberto, per cui lui per ora è stato esposto semplicemente a me e a libri in lingua inglese. In pratica per ora abbiamo letto solo libri in lingua inglese, sia in casa che in biblioteca. Con il fatto che poi l’autunno scorso è nato il fratellino, abbiamo rimandato l’inserimento alla scuola materna, per cui, non essendo ancora tanto stato esposto all’esterno, credo abbia avuto maggiori possibilità di ascoltare la lingua inglese con me a casa, come mamma a tempo pieno.
Alberto ha iniziato a parlare presto, e devo dire che avevo la preoccupazione che mischiasse le lingue, invece sin da subito ha pronunciato le sue prime paroline perfettamente, sia in italiano che in inglese. Ha iniziato con l’italiano, poi l’inglese è venuto di conseguenza. Per un lungo periodo chiamava il babbo solo “Daddy”, poi è da un po’ che lo chiama solo in italiano, mentre a me tende a chiamare “Mummy”. Si sa esprimere perfettamente in entrambe le lingue, con un po’ di accento italiano, ma con completezza di linguaggio e di articolazione. In inglese non sa benissimo mettere l’ausiliare in caso di domande e negazione, ma si fa capire benissimo e conosce una terminologia completa. Ho l’impressione che sappia che non avendo parenti all’estero, è un’esposizione in parte limitata, ma comunque comprende anche bambini di lingua inglese, e per lo meno si sa esprimere.
Un mesetto fa siamo stati a Tenerife, dove è pieno di turisti di lingua inglese, ed è capitato che alcuni gli parlassero, sia adulti che bambini, e secondo me capiva, ma non rispondeva.
Ho alcune paure per il futuro, cioè come andrà una volta che si rapporterà a scuola con solo bimbi italiani, e come andrà con il fratellino, che comunque sarà certamente più esposto alla lingua italiana. Chissà come parleranno tra di loro, forse solo in italiano…
Io diciamo che cerco di fare di tutto per parlare solo in inglese, ma a volte mi scappa l’italiano, però poi cerco di ripetere la stessa cosa che ho detto in inglese, per non creare troppa confusione e mantenere la linea OPOL.
Ostacoli culturali ne ho avuti, ma devo dire che me ne sono fregata, e ho cercato di andare avanti. Suocera poco convinta che pensava che con due lingue non imparasse a parlare, quando parla meglio dei suoi coetanei e già da alcuni mesi mi fa tutte le sue domande con i vari “perché” anche in lingua inglese.
Purtroppo mi manca avere un gruppo di mamme con bimbi inglesi con cui trovarci, a Bologna c’è sicuramente una comunità, ma sono spesso americane vip snob, e non mi trovo tanto, per cui cerco di fare del mio meglio, poi mi piacerebbe in futuro poter trascorrere dei periodi di vacanza in UK o chissà, magari avere una ragazza alla pari.
Sono certa che non sarà un vero bilinguismo al cento per cento, ma se già avesse facilità poi ad imparare altre lingue e che il cervello si abituasse a suoni e simili, per me sarebbe già tanto.
Mi sono dimenticata di dire che sin da subito abbiamo ascoltato e tuttora lo facciamo, vari cd di musica per bambini in lingua inglese, tedesca, spagnola e francese. Prima della nanna canto sempre le tipiche nursery rhymes, a cui è già abituato e che conosce e sa cantare (se vuole).
La mia speranza futura è di poterlo introdurre anche alla lingua tedesca e spagnola, ma non so bene come fare, essendo io l’unica persona in famiglia che le parla.
Grazie ancora per la disponibilità a Mascia…..
Annalisa&Simone&Alberto&Paolo
“sono io Annalisa che ringrazio te! Grazie, Mascia”
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